Donne, oltre i grembi
Il nostro commento dopo le parole del Papa a Leuven, Belgio
Nel riconoscere la capacità di Papa Francesco di unire popoli e culture, soprattutto per i suoi ultimi viaggi, ci duole riconoscere che la sua visione della donna (noi preferiamo dire donne) è pregiudiziale e ancorata a una visione nella quale molte di noi non si riconoscono.
Le sue parole riflettono le donne sempre a partire dal loro ruolo, come se noi non ci potessimo esprimere come soggetti autonomi ma solo in funzione di un ruolo legato al maschio; e spesso con la visione molto eterea delle donne come grembi che accolgono con tenerezza.
L’immagine del grembo la troviamo molto bella: come simbolo di un fare spazio che ogni essere umano, a prescindere dal suo genere, può sperimentare. Un fare spazio che è ascolto del divino di cui l’altra e l’altro sono portatori/trici.
Sentiamo che la visione delle donne nella Chiesa rimane ancora troppo stantia, immobile e legata a stereotipi che, a nostro avviso, dovrebbero essere riletti alla luce dei cambiamenti culturali e sociologici ai quali tutt*, uomini, donne, persone non binarie, assistiamo.
Ogni persona (donne comprese) è soggetto con desideri propri e non tutti sono indirizzati ad assumere un ruolo di cura o in funzione di altre e altri. Dare la vita è un grande dono, ma non può definire le donne nella loro totalità.