(08) 9 agosto – Edith Stein, S. Teresa Benedetta della Croce
“Non accettate nulla come Verità che sia priva d’amore e non accettate come amore che sia privo di verità. L’uno senza l’altro diventa una menzogna”
Edith Stein, filosofa ebrea atea e poi monaca cattolica carmelitana, è stata senz’altro una pensatrice eccezionale, una brillante mente nel panorama filosofico del primo Novecento.
Nata a Breslavia il 12 Ottobre 1891 in una famiglia ebrea, già dalla prima infanzia dimostra attitudine allo studio, possedendo un’intelligenza fuori dal comune. Alla madre Augusta, donna forte rimasta vedova quando Edith aveva 2 anni, all’uscita della scuola materna dirà: “Non voglio più tornare a scuola in mezzo a dei marmocchi” Non incontrerà nessuna difficoltà nello studio e si diplomerà nel 1911.
In quel periodo per maggiore libertà di pensiero diventerà atea e nel 1913 decise di diventare filosofa. Per questo si trasferì a Gottinga per frequentare le lezioni universitarie di Edmund Husserl, filosofo molto famoso a quei tempi perché affascinava con il suo nuovo concetto di verità: la Fenomenologia come svolta verso il concreto “ritorno all’oggettivismo”. Del famoso filosofo diventerà discepola e assistente e con lui conseguirà la laurea con una tesi interessante “Il problema dell’Empatia”.
Da Husserl si allontanerà nel 1918, perché capisce che mai avrebbe potuto essere libera di esprimere il proprio pensiero, dato che quelli erano tempi dove le donne non potevano insegnare negli Atenei. Edith continuerà i suoi studi filosofici alla ricerca della verità e del senso della vita, e proprio in quel periodo, come essa scrive in uno dei suoi innumerevoli scritti, diventerà cruciale per la sua conversione al Cattolicesimo.
Le si presenteranno vari momenti di luce, dove le sembrerà di scorgere la Verità in Gesù, ma e’ leggendo per caso, in casa d’amici, la vita di S.Teresa d’Avila che finalmente troverà l’Amore indistinguibile dalla Verità che è in Gesù, trovando per mezzo di Lui il volto di Dio, se stessa e la propria spiritualità. Da quel momento deciderà di diventare cattolica. Studierà profondamente il Catechismo della Chiesa e le Scritture per poter essere battezzata il 1 Gennaio 1922.
Diventerà insegnante in un liceo cattolico a Spira di filosofia e tedesco. I suoi studi e i suoi innumerevoli libri la renderanno famosa e terrà conferenze in varie città europee. Edith si batterà per i diritti delle donne come il diritto al voto e l’equiparazione delle professioni, sostenendo che i ruoli possono essere diversi, ma con pari dignità. In un suo scritto frutto di varie conferenze. intitolato “La donna”. giungerà alla conclusione che a differenza dell’uomo essa è più adatta alla cura della famiglia, all’educazione dei figli e all’apertura al prossimo, ma che non deve per questo essere relegata solo al ruolo di moglie: “Ogni donna che vive alla luce dell’eternità può realizzare la propria vocazione, sia essa il matrimonio, un ordine religioso o una professione”. Nel 1932 insegnerà in un istituto tedesco di pedagogia scientifica di Munser ma nel 1933 a causa delle leggi razziali del Social nazionalismo dovrà lasciare la cattedra.
Finalmente avrà il permesso dal suo padre spirituale d’entrare come monaca al Carmelo di Colonia il 14 Ottobre 1933 da perfetta sconosciuta. Prima passerà a salutare la madre e i fratelli nonostante sappia di dover vivere un momento molto doloroso, perché sa che darà loro, soprattutto a sua madre, una forte delusione, ma cio’ non la fermerà perché è troppo grande l’amore per Gesù e, senza rinnegare il suo essere ebrea, sente che ha un solo modo per seguire Colui che e’ la sua vita e la sua verità: portare con Lui la Croce.
Entrata nel Carmelo accetterà qualsiasi sofferenza con la pace nel cuore: neanche l’incomprensione dell’amata madre e le forti discriminazioni del suo popolo, riusciranno a toglierla.
Edith avrà il coraggio di scrivere al Papa una lettera dove denuncerà ciò che in Germania stava succedendo agli ebrei, supplicandolo per un suo intervento. Purtroppo come risposta ebbe solo un benedizione per lei, per la sua famiglia e per il suo popolo. La Stein diventerà suor Teresa Benedetta della Croce nel 1934 e il 10 Maggio 1938 pronuncerà i voti perpetui: il suo Sì definitivo a Dio davanti alla sua Chiesa. In tutto questo periodo non smetterà di studiare e scrivere, ma nella Germania hitleriana per gli ebrei la vita diventa sempre più difficile: cominceranno le deportazioni e i crimini razziali. Per questo suor Teresa Benedetta, insieme a sua sorella Rosa che dopo la morte della madre l’aveva raggiunta, verrà trasferita al Carmelo di Echt in Olanda, dove per obbedienza alla madre superiora lavorerà e scriverà il suo capolavoro ”Scientia Crucis” studiando il pensiero di San Giovanni della Croce. In esso esprimerà la sua forte spiritualità e tutto l’amore che sente verso il Cristo Crocifisso: scriverà “ Solo abbracciando il crocifisso trovo la luce e il senso della vita”.
Il 2 Agosto 1942 la Gestapo per rappresaglia ai vescovi olandesi che avevano denunciato in chiesa i crimini tedeschi verso gli ebrei, la prenderanno insieme a Rosa e a tanti cattolici ebrei, per deportarla ad Auschwitz – Birchenau, non permettendole così di finire il suo scritto.
Il 9 Agosto 1942 trova la morte nella camera a gas, insieme alla sorella e a tanti altri, con la sola colpa di essere ebrea. Nei pochi giorni di prigionia sarà sempre di sostegno a tutti, certa che anche in mezzo a tanto buio Dio-Amore luce per la sua anima era con lei.
La vita di Edith fu un esempio di ricerca della verità e di servizio agli altri. Fu proclamata beata a Colonia il 1°Maggio 1987 e canonizzata da papa Giovanni Paolo II a Roma l’11 Ottobre 1998 e eletta co-patrona d’Europa con S.Brigida di Svezia e S.Caterina da Siena.
(di giovanna Olivini)