(10) 11 ottobre – Eleanor Roosvelt

Eleonor Roosvelt (New York 1884-1962)

Nata in una famiglia agiata, viene cresciuta dalla nonna, perché perde in tenera età entrambi i genitori. Viene inviata in Inghilterra per studiare e lì instaura un rapporto importante con la direttrice della scuola, donna che sarà determinante nella crescita umana e sociale di Eleanor. Dopo qualche anno dal suo ritorno negli Stati Uniti, sposa Franklin Delano Roosvelt, uno suo lontano cugino, che diventerà il 32 Presidente degli Stati Uniti.

Nonostante la sua posizione agiata, non ha mai chiuso gli occhi davanti alle ingiustizie e sperequazioni del suo tempo. Al contrario, ha iniziato il suo impegno sociale e politico ancora prima del matrimonio, lavorando a favore di chi non godeva dei diritti. Soprattutto le donne.

L’abbiamo scelta per questa rubrica per le sue doti di leadership sociale e politica, in un contesto dove era facile chiudersi dietro al proprio ruolo istituzionale di ‘first lady’ (è stata colei che ha occupato questo ruolo per più anni nella storia americana), e per la sua capacità di connettere le ingiustizie e riconoscerne un fils rouge tra di loro, come oggi tante femministe intersezionali fanno.

Una donna che ha assunto un ruolo politico nel riconoscere che la pace nella società americana sarebbe stata garantita solo grazie a una convivenza pacifica tra le diverse nazionalità e culture presenti.

Eleanor ha vissuto in un momento storico di grandi cambiamenti e violenze, nonostante tutto è rimasta fedele alla sua coscienza.

Tutte e tutti la ricordano per il ruolo immenso che ha svolto, grazie a un incarico ufficiale della Presidenza degli Stati Uniti, nel dialogo e nella redazione della Dichiarazione universale dei Diritti Umani nel 1948.

Eleanor s’impegnò, affianco delle suffragette, per ottenere il voto politico per le donne.

“È sempre più facile scendere a compromessi, è sempre più facile lasciar perdere. Per molte donne, e io sono una di loro, è straordinariamente difficile preoccuparsi di qualcosa che provochi disaccordo o sentimenti spiacevoli, ma ho concluso che questo deve essere fatto fino a che non possiamo dimostrare la nostra forza e pretendere rispetto per i nostri voleri. Non possiamo nemmeno essere di vero servizio nella prossima campagna e parlare come un movimento di donne a meno che non abbiamo il rispetto degli uomini e dimostriamo che quando esprimiamo una volontà, siamo disposte a sostenerla”.

Ci piacerebbe, con questo breve ricordo, che ci sentissimo tutte e tutti spinti a conoscerla meglio, per farci ispirare in questo momento di violenza in generale e verso le donne in particolare.

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