Aborto: la colpevolizzazione come metodo pedagogico?

Commento in merito alla (reiterata) proposta di far ascoltare il battito del cuore alle donne che intendono abortire.

Questa proposta mira a colpevolizzare le donne. La scelta di abortire non è mai una scelta leggera e non consideriamo una buona pedagogia di prevenzione all’aborto generare sensi di colpa.

Come già detto in occasioni precedenti, noi Donne per la Chiesa auspichiamo un approccio integrale quando si parla di aborto, un impegno attivo per promuovere un radicale cambiamento nella mentalità maschile e una promozione fattuale delle donne, del loro lavoro e della loro sicurezza personale. Infine, non da ultimo, auspichiamo di veder riconosciuta e guardata con infinito rispetto la coscienza delle donne, anche quando scelgono o sono costrette ad interrompere la gravidanza.

Concludiamo condividendo la posizione di Sr. Joan Chittister che riassume perfettamente il nocciolo della questione:

“Non credo che solo perché ci si oppone all’aborto, questo ci renda favorevoli alla vita. Anzi, credo che in molti casi la vostra moralità sia profondamente carente se tutto ciò che volete è che un bambino nasca ma non che sia nutrito, istruito, ospitato. E perché dovrei pensare che non lo volete? Perché non volete che i soldi delle tasse vadano lì. Questo non è pro-vita. È pro-nascita. Abbiamo bisogno di una conversazione molto più ampia su quale sia la moralità del pro-vita”.

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