n.11. L’autorità dei profeti

L’autorità dei profeti
L’IDEA DI AUTORITÀ DI CRISTO, riflessione sinodale n. 11.

di John Wijngaards
“In verità vi dico che tra i nati di donna non è sorto nessuno più grande di Giovanni il Battista; eppure chi è più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Matteo 11,10-11).
“Non preoccupatevi di cosa dire o di come dirlo. In quel momento vi sarà suggerito ciò che dovrete dire, perché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà attraverso di voi” (Matteo 10,17-20).

11. “Non metta ko il suo farmacista, padre! Ha bisogno di lui per la gotta”.
Durante una delle mie conferenze sono stato ospite del vescovo di una piccola diocesi missionaria nel nord dell’India. Mi raccontò una storia interessante. La racconterò con qualche piccola modifica per motivi di anonimato. La sostanza è vera.
“Ogni Natale avevamo un problema enorme”, mi disse il vescovo. “Lo scià locale e la sua famiglia allargata si presentavano alla messa di Natale nella cattedrale, occupando le prime cinque file di panche su ogni lato. In quanto musulmani, anche loro volevano celebrare la nascita di Cristo. Ma i nostri cristiani, per lo più provenienti da ambienti poveri e di bassa estrazione, venivano messi da parte ogni anno in occasione della festa più importante. Non sapevo cosa fare, finché non ho letto la leggenda dell’astuto pittore Fernando. La conoscete?”.
“No”, ho risposto.
“Mi ha sconsigliato di farlo. ‘No’, ha detto. ‘Perché non essere diretti? Spiega la tua situazione allo scià’. Ebbene, dopo averci pensato un po’ ho deciso di seguire il suo consiglio profetico. Sì, il mio segretario aveva ragione. Lo Scià ha capito. Abbiamo concordato di avere una celebrazione condivisa tra cristiani e musulmani della nascita di Gesù nel pomeriggio di ogni giorno di Natale”.
Profeti
Cominciamo col capire che non abbiamo capito nulla se pensiamo che un profeta sia qualcuno che predice il futuro. No, nella comprensione biblica del termine, un profeta parla con autorità in nome di Dio. Quando Dio concluse un’alleanza con il popolo ebraico, emersero tre ministeri distinti: i sacerdoti che sacrificavano nel tempio, i re che governavano e i profeti che parlavano in nome di Dio. Il ruolo svolto dai profeti è ben illustrato nei libri dell’Antico Testamento che riportano i loro discorsi: i quattro profeti maggiori e i dodici profeti minori. In ebraico un profeta era chiamato “Nevî”, probabilmente intendendo una persona in cui il fuoco ribolle.
Vale la pena notare anche che questi profeti provenivano da contesti sociali di ogni tipo. Isaia lavorava alla corte reale di Gerusalemme. Geremia ed Ezechiele servivano nel tempio come sacerdoti. Amos pascolava un gregge di pecore. Osea era probabilmente un uomo d’affari. Neemia, un esule ebreo, lavorava per il re di Persia. Sì, queste erano persone comuni. Vedendo ciò che non andava nel loro tempo e nella loro epoca, sentivano l’ira di Dio salire in loro. Poi, ispirati dallo Spirito di Dio, manifestavano la volontà di Dio.
Gesù accettava l’autorità dei profeti dell’Antico Testamento. Nella sua predicazione si riferiva spesso a loro in termini generali (Luca 6,23; 11,47; Matteo 13,17). Ma li citava anche per nome: per esempio Elia (Luca 4,25-26); Eliseo (Luca 4,27); Isaia (Matteo 12,17) e Giona (Matteo 12,39).
Profeti al tempo di Gesù.
Gesù ovviamente considerava Giovanni Battista un vero profeta. In un’occasione affermò chiaramente: “Che cosa siete usciti a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più di un profeta… In verità vi dico che tra i nati di donna non è sorto nessuno più grande di Giovanni Battista; ma chi è più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Matteo 11,9-11).
Ma notate l’ultima frase: “chi è più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni il Battista” (Matteo 11,11). Significa che tutti i seguaci di Gesù, tutti i battezzati nel suo nome, in linea di principio possiedono il dono della profezia. Lo dice chiaramente anche in questa dichiarazione:
“Sarete consegnati ai consigli locali e sarete fustigati nelle sinagoghe.  Per causa mia sarete portati davanti ai governatori e ai re come testimoni per loro e per i pagani. Ma quando vi arresteranno, non preoccupatevi di cosa dire o di come dirlo. In quel momento vi sarà suggerito ciò che dovrete dire, perché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà attraverso di voi” (Matteo 10,17-20).
E lo Spirito parlerà attraverso il popolo di Dio non solo in momenti drammatici come l’interrogatorio in cattività. Lo Spirito di Dio può parlare quando, in questioni etiche o religiose, i fedeli danno il loro consiglio sincero. Anche Gesù sentiva lo Spirito di suo Padre in ciò che la gente gli diceva. È notevole notare quanto spesso Gesù si sia lasciato guidare dai suggerimenti degli altri.
– Cana Gesù non aveva intenzione di fare un miracolo. “Non è ancora giunta la mia ora” (Gv 2,4). Tuttavia, compì il miracolo perché sua madre glielo chiese
– Fu proprio Andrea a presentare per primo Simon Pietro a Gesù. Gesù ricompensò l’iniziativa di Andrea accettando Pietro come uno degli apostoli.
– Gesù cedette a Nicodemo che voleva parlargli di notte.
– Ha risposto”sì” ai Samaritani di Sychar quando gli hanno chiesto di fermarsi per qualche giorno nella loro città.
Domande
– Perché i responsabili delle chiese si comportano di solito come se il dono della profezia fosse andato perduto nel nostro tempo? Si rendono sufficientemente conto di dover prestare attenzione a questa voce?
– Naturalmente è necessario il discernimento. Alcune persone oneste possono dare consigli che, a un attento esame, si rivelano sbagliati. Ma una molteplicità di voci può essere liquidata così facilmente? Se, ad esempio, come indicano i sondaggi, le voci che chiedono l’ordinazione sacerdotale delle donne sono sostenute da più del 70% dei cattolici nei principali Paesi, non dovrebbero essere ascoltate? Non c’è autorità profetica nelle loro voci.
Testo: John Wijngaards; Vignetta: Tom Adcock.
Pubblicato in accordo con il Wijngaards Institute for Catholic Research

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