E intanto, nella diocesi di Milano…

Notizie dai territori | Pubblichiamo una riflessione della sezione Lombardia-Emilia della nostra Associazione

La comunicazione della Chiesa di Milano in merito alla “conclusione del processo a don Mauro Galli” (https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/si-e-concluso-il-processo-a-don-mauro-galli-2511054.html) desta in noi perplessità.

Senza entrare nel merito della vicenda, ciò che ci continua ad interrogare è la difficoltà grande, da parte dell’istituzione ecclesiastica, di riconoscere la radice del gravissimo scandalo degli abusi clericali, partendo da un’autocoscienza, da una riflessione profonda sul sistema androcentrico su cui si basa la Chiesa (cattolica romana). Questo sistema separa l’élite sacra da tutti gli altri che non condividono a pari grado lo status e marginalizza le donne limitandone le attività, i ministeri e l’autorità, di fatto la partecipazione.

O meglio: a parole si riesce anche a dire “Nel riconoscersi bisognosa di conversione e mai al riparo da scandali e fragilità, la Chiesa ambrosiana … è … consapevole che la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso … non possono ammettere ritardi e incertezze”, ma le “azioni” di contrasto descritte e proposte paiono più rivolte all’autoprotezione che all’evoluzione verso un sistema più giusto e sano per tutti e tutte.

Davvero un servizio di ascolto per le vittime e un referente diocesano sono tutto quel che onestamente si può o si deve fare? Davvero si può  accettare supinamente che il processo canonico abbia tempi tali da superare quelli dello Stato che non certo brilla per celerità?  

È il desiderio di bene per la Chiesa tutta che ci spinge ad esigere un cambio di prospettiva, di visione e di considerazione del gravissimo problema/scandalo degli abusi, favoriti dal “sistema” clericale. Lo esigiamo, senza ritardi e incertezze.

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