Il rapporto tra uomini e donne alla luce del Vangelo

Omelia di padre Luke Hansen SJ
7 Ottobre 2018
Caravita, Rome

(Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario: Gen 2:18-24; Sal 128:1-6; Eb 2:9-11; Mc 10:2-16)

I conflitti sociali e religiosi esistenti oggi riguardo al rapporto tra uomini e donne,  il matrimonio, il divorzio e le nuove nozze, non sono nuovi. Le letture di oggi toccano alcune tra le questioni più controverse: i racconti della creazione esigono il patriarcato e l’eterosessualità o indicano una compagnia umana caratterizzata da uguaglianza e giustizia? Le donne sono create come ” aiuti” inferiori agli uomini o come partner paritarie nelle relazioni personali e sociali? E in quali circostanze è permesso il divorzio?

Queste domande toccano i dibattiti contemporanei e le esperienze personali che modellano la nostra prospettiva e informano le nostre convinzioni: conosciamo il divorzio, la sua complessità, il grande dolore che provoca, ma sappiamo anche che può aiutare a ottenere maggiore sicurezza e/o essere l’inizio di una guarigione. Abbiamo amici gay: alcuni sono sposati o cercano il matrimonio. Sappiamo che le relazioni personali e sociali tra uomini e donne continuano ad essere ineguali: non solo in alcune culture, ma in ogni cultura. Conosciamo l’abuso e lo sfruttamento delle donne, nella società e nella chiesa.

È per questo che abbiamo i movimenti di #MeToo e #TimesUp e le religiose che marciano in India e le donne che manifestano in Vaticano e le religiose che aprono la strada per sradicare la schiavitù contemporanea del traffico sessuale.

In questo contesto, come ascoltiamo la Parola annunciata oggi? Qual è il contesto sociale e religioso di questa storia del Vangelo? Cosa sta succedendo in questo dibattito tra Gesù e i Farisei? (Tra l’altro, è uno dei tanti dibattiti – con serie conseguenze per le donne – in cui gli unici partecipanti sono uomini.)

Nel primo secolo, sotto l’influenza romana, la società ebraica stava cambiando rapidamente e ciò influì sull’interpretazione delle leggi bibliche. Uno dei problemi contestati era il divorzio. Ciò che era in gioco era l’appartenenza alla comunità dell’alleanza. Nel vangelo di oggi, i farisei fanno pressioni su Gesù per metterlo alla prova. Vogliono costringerlo a prendere una parte. Vogliono sapere: a quali condizioni è permesso il divorzio? Alcuni sostengono: solo se la donna è infedele. Ma altri hanno una visione più permissiva: se la donna “rompe un piatto”, o l’uomo trova una donna più bella.

Come ha risposto Gesù? Gesù contesta la legge mosaica (Dt 24: 1-4), dicendo che è il risultato della fragilità umana o della “durezza del cuore”. Per Gesù, non è sufficiente citare l’antica legge e impegnarsi in interminabili dibattiti su circostanze particolari, ma bisogna andare più a fondo. La fedeltà di un seguace di Cristo va oltre ciò che è legale e ciò che non lo è.

Quindi qual è la volontà di Dio sulle relazioni? Gesù ci invita a guardare alla creazione stessa. Uomini e donne sono stati creati nell’amore, a immagine di Dio. Siamo creati per la comunione, la relazione. Il Signore Dio disse: “Non è bene per l’uomo essere solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. Siamo creati alla pari: “ossa delle mie ossa “e” carne della mia carne “. Siamo fatti per le relazioni e non solo con altri esseri umani, ma con tutta la creazione. È per la partnership con gli esseri umani che “Dio ha formato dalla terra vari animali selvatici e vari uccelli dell’aria”.

L’intenzione di Dio non è la relazione interrotta. L’intenzione di Dio è la fedeltà, è l’amore, l’impegno. E quando le relazioni si spezzano allora l’intenzione di Dio è la guarigione, è la riconciliazione ogni volta che è possibile.

Con questa attenzione, Gesù mostra in modo particolare l’attenzione per coloro che sono più vulnerabili agli abusi di potere. Secondo la legge ebraica, solo gli uomini potevano divorziare. Per Gesù, tuttavia, un uomo non può semplicemente divorziare dalla moglie e risposarsi. Infatti, nel farlo, “commette adulterio contro di lei”. Perché anche lei è una persona con dignità. Non può essere eliminata. Lei ha dei diritti. Gesù pone fine a un doppio standard. La donna non è un possesso, ma una partner. Gesù sostiene l’uguaglianza originale di uomini e donne e la convinzione che essi diventino “uno” nel matrimonio.

In Genesi, l’uomo nomina la donna. Nel fare ciò, esercita potere su di lei.

Oggi le donne stanno dando i nomi. Stanno nominando ciò che vedono: patriarcato, sessismo, abuso di potere.

Abbiamo bisogno di un nuovo paradigma. Nell’affrontare queste complesse domande, abbiamo bisogno di una Chiesa che ascolti, soprattutto le esperienze delle donne. Gesù ci ricorda che non possiamo semplicemente discutere e applicare la legge antica. Gesù ci chiama a ciò che è fondamentale: uomini e donne sono creati uguali e destinati all’amore e alla fedeltà.

(Un vivo ringraziamento alla pagina di We are Church Ireland che ha divulgato il testo)

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