Le urgenze della Chiesa secondo Padre James Martin

La crisi morale che la Chiesa sta vivendo sembra continuare ad allargarsi: al rincorrersi delle notizie di abusi compiuti da prelati ai danni di minori e persone in condizione di fragilità, si è aggiunta infatti la rivelazione delle dinamiche perverse di recriminazione e lotte di potere all’interno della gerarchia cattolica ai più alti livelli, come emerge dal vergognoso dossier Viganò, lasciando i fedeli smarriti e inquieti. Il silenzio orante di Papa Francesco rappresenta l’unico appiglio in questo momento di caos nel quale l’esperienza dei fedeli è quella di sentire la terra sgretolarsi sotto i piedi.

Una voce particolarmente lucida e determinata è quella di Padre James Martin sj, gesuita americano, che così scrive sulla sua pagina facebook: “come voi, sono stufo di ciò che sta accadendo nella nostra chiesa. Anch’io come voi ho pregato sul modo migliore per andare avanti. La nostra chiesa sopravvivrà. le “porte dell’inferno” non prevarranno contro di essa, come ci ha promesso Gesù Cristo stesso. Ma Cristo, attraverso le opere dello Spirito Santo, ci spinge ad agire: ricostruire la chiesa e aiutare il suo popolo santo e fedele. Senza alcuni passi, la gente lascerà la chiesa per non tornare mai più, come l’acqua dal costato del Crocifisso del Venerdì Santo”.

E padre Martin propone una serie di passi che a suo parere dovrebbero essere compiuti in tempi brevi per iniziare la ricostruzione: passi radicali, necessari, evangelici: “anche se i giornalisti hanno screditato ampie sezioni della “testimonianza” di Vigano e molte accuse sono state rivelate infondate, c’è una sola cosa che i giornalisti non saranno in grado di scoprire: la conoscenza e le azioni di papa Francesco riguardo al caso McCarrick.
I fedeli, così come il clero e i religiosi, sono estremamente confusi su questa domanda; una risposta breve e semplice da parte del Papa o del Vaticano ci aiuterà ad andare avanti.
In secondo luogo: le diocesi e gli ordini religiosi dovrebbero rendere pubblici i file sugli abusi in loro possesso, piuttosto che aspettare di essere obbligati a farlo. Altrimenti, la chiesa dovrà affrontare anni, forse decenni, di autorità civili che scoprono lentamente i nostri crimini, i nostri peccati e le nostre mancanze. La confessione non riguarda solo ciò che sei costretto a rivelare.
Terzo, i leader laici dovrebbero indagare sul caso McCarrick. Ancora più importante, i dirigenti laici dovrebbero essere posti a capo di tutte le commissioni di revisione delle diocesi e degli ordini religiosi, se non sono già in carica. Il sistema ha dimostrato di non potersi controllare da solo.
In quarto luogo, i vescovi riconosciuti colpevoli di abuso o di dissimulazione devono essere rimossi dal loro posto il prima possibile. Inoltre, cosa forse altrettanto importante, quando i vescovi si dimettono il Vaticano deve essere chiaro sulle ragioni delle loro dimissioni.
In quinto luogo: la demonizzazione diffusa all’interno della chiesa deve finire. È un ostacolo per guarire ed è distruttivo sia per i cattolici che per i non cattolici. I social media hanno svolto un ruolo maligno. La stereotipizzazione di interi gruppi (gay, celibi, vescovi, liberali, conservatori) deve finire. La denigrazione personale deve cessare.
Sesto, devono avvenire atti pubblici di penitenza dalla gerarchia. Le lettere e le dichiarazioni sono, come abbiamo visto, insufficienti. I laici dovrebbero decidere quale forma dovrebbero assumere questi atti. Qui contano le azioni simboliche, così come le azioni pratiche.
Settimo, sia uomini che donne sposati devono essere inclusi in tutti i livelli del processo decisionale nella chiesa, inclusa la direzione delle congregazioni vaticane, la riforma della Curia, la selezione dei vescovi, ecc.
Allo stesso modo uomini e donne sposati devono essere inclusi in tutti i livelli di leadership, compresa la leadership nella vita liturgica della chiesa, qualcosa di immensa importanza simbolica. I preti sposati e le donne diaconi sono un inizio.
Ottavo, dev’esserci nuovamente una revisione approfondita della formazione del Seminario, in particolare per quanto riguarda l’educazione alla sessualità umana. Ci sono ancora seminari e ordini religiosi in cui i candidati non sono in grado o non possono discutere delle aree più importanti della loro vita.
Nono, il clericalismo deve morire. Il sistema privilegia lo status di vescovi e sacerdoti rispetto a quello dei laici (e dei genitori); insiste su una deferenza esagerata per il clero e i vescovi che ha funzionato come un mondo chiuso, questo deve essere smantellato”.

Non si tratta, dice lo stesso Martin, di un elenco esaustivo, ma di primi passi possibili che darebbero immediatamente una svolta in questo tempo drammatico e  non si può non condividerne la proposta e l’urgenza. Ma è importante anche non perdere la speranza, così Padre Martin conclude: “la disperazione per questa situazione deve finire. La disperazione non è da Dio. Lo Spirito Santo è con noi e ci aiuterà anche nei momenti più difficili. Non dobbiamo mai dimenticare le parole di Gesù ai suoi discepoli: “non temete!”. Come donne e uomini di buona volontà non dobbiamo esitare a dare il nostro contributo in questo duro, ma necessario cammino.

 

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