Il Vaticano tace sulla donna che opera come vicaria generale

da CathNews New Zealand, 17 ottobre 2022

Riportiamo qui di seguito la traduzione dell’articolo.

Stephanie Rieth ha iniziato il suo ruolo di vicaria generale ad aprile, nella diocesi tedesca di Magonza, ma ad oggi non ha avuto notizie dal Vaticano. Dice di non essere sorpresa dalla mancanza di reazioni a Roma al nuovo accordo, sebbene esso costituisca un “modello” unico in Germania.

“Non sono sorpresa… perché la possibilità di creare questo ufficio rientra nell’ambito del potere di ogni vescovo diocesano”, afferma.”Tuttavia, ci vuole coraggio, perché si tratta di un cambiamento nella comprensione della leadership da parte della Chiesa”.

Il Codice di Diritto Canonico dice che i vescovi devono nominare un vicario generale per aiutarli ad amministrare le loro diocesi.Il Codice stabilisce anche le qualità personali e professionali che ci si aspetta dai vicari generali.Devono essere “sacerdoti di età non inferiore ai 30 anni, dottori o abilitati in diritto canonico o in teologia o almeno veramente esperti in queste discipline, e raccomandati per la sana dottrina, l’integrità, la prudenza e l’esperienza nel trattare le questioni”.

Al momento della nomina di Rieth, la diocesi di Magonza ha spiegato che il suo vescovo Peter Kohlgraf aveva emesso un decreto nella gazzetta ufficiale che stabiliva la base legale del nuovo ufficio.”In qualità di vicaria generale, Rieth non solo sarà in grado di rappresentarlo in tutte le questioni interne ed esterne, ma svolgerà anche in modo indipendente i compiti del vicario generale al suo posto”, ha dichiarato la diocesi.”Questa autorizzazione non riguarda i compiti o le attività che sono riservati a un chierico a causa della loro ordinazione sacramentale”….”Insieme al vescovo ausiliare… voglio utilizzare appieno il quadro fornito dal diritto canonico e svilupparlo al meglio delle mie capacità”, afferma Rieth.”Ma volutamente non andiamo oltre, perché vogliamo dimostrare che la riforma è possibile, all’interno del sistema”.

La controversa “via sinodale” tedesca sta attualmente cercando un maggiore coinvolgimento dei laici nella governance della Chiesa.I delegati hanno recentemente appoggiato la proposta di un “consiglio sinodale” permanente composto da laici e vescovi.Essi “prenderebbero decisioni fondamentali di importanza sovradiocesana sulla pianificazione pastorale, sulle prospettive future e sulle questioni di bilancio della Chiesa che non vengono decise a livello di diocesi”.A luglio il Vaticano ha detto che la via sinodale non ha il potere “di costringere i vescovi e i fedeli ad adottare nuovi modi di governo e nuovi approcci alla dottrina e alla morale”.

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